Il frutto

Il pistacchio verde di Bronte potrebbe a buon titolo ricoprire la carica di emblema della città: la sua longevità e resistenza, la sua forza di voler sopravvivere a tutte le avversità, addirittura a fruttificare malgrado sia abbarbicato su aride rocce laviche, rispecchiano alla lunga molte caratteristiche del popolo brontese. Un popolo che non teme il lavoro e la fatica, che ha sempre lottato per portare a casa il necessario. Dominato e sottomesso per secoli da vassallaggi fuori tempo ed avversità storiche incredibili contro i quali ha sempre lottato tenacemente.
Un popolo che sul pistacchio ha costruito ricchezza, cultura e le proprie tradizioni ma anche l’abitudine del rispetto e della salvaguardia per il territorio nel quale vive. I frutti del pistacchio, riuniti in grappoli, sono costituiti da drupe allungate, leggermente compresse delle dimensioni di un’oliva, di un colore che, nelle fasi dell’allegagione è di colore rosso e a maturazione varia dal verde-rossastro al bianco-roseo e al giallo-crema. Ha un mallo sottile, che si sgretola facilmente, l’endocarpo allungato ed un seme unico, aromatico, di colore verde chiaro (i produttori lo definiscono “rosso rubino fuori, verde smeraldo dentro”). Il pistacchio di Bronte [l’oro verde] presenta caratteristiche peculiari che lo contraddistinguono rispetto al pistacchio coltivato in altre aree siciliane (Caltanissetta o Agrigento) o estere (Medio Oriente, Grecia o California e Argentina). Frutto di alto pregio, è molto apprezzato e richiesto nei mercati europei e giapponesi per le dimensioni e l’intensa colorazione verde.